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Ventisette, giorno di paga - #01

Inserito da Franz.Rossi il 28/01/2007 alle 18:34 nella sezione storie

La prospettiva del corridore

Senza scomodare i filosofi che vogliono che la semplice osservazione di un evento comporti un'interazione con l'evento stesso, è nell'esperienza comune che ogni realtà è percepita in modo diverso a seconda di chi la osserva o la vive.
Per noi che corriamo la vita appare completamente diversa. Migliore? Peggiore? Provate a seguirmi per qualche capoverso...

L'idea mi è venuta qualche giorno fa, quando un'amica mi raccontava che, di ritorno da un cross è rimasta bloccata in autostrada per un incidente occorso qualche minuto prima. Il problema era che quella sera doveva andare alla Scala ad assistere ad un balletto e il ritardo stava mettendo in forse l'arrivo a teatro. Il giorno dopo le ho chiesto com'era andata e lapidariamente mi ha risposto: "Sono arrivata a casa alle 18.45, mi sono tolta il fango con una pezza bagnata e alle 19 era di nuovo in strada. Il balletto è stato bellissimo!"
Ora quale donna può andare nel tempio della lirica italiana senza aver dedicato almeno un paio d'ore alla preparazione? Beh, una podista! Un misto di senso pratico, abitudine al controllo del tempo, e una dose inesauribile di volontà di riuscire.

Un altro esempio che mi tocca da vicino. Da inizio novembre sono fermo a causa di un'ernia al disco. La cosa si è presentata come una lombo-sciatalgia con una spiccata discopatia al disco tra la L5 e la S1 (so che scrivo geroglifici, ma so anche che chi ci è passato sa di cosa parlo). I medici aspettano di vedere se consigliarmi l'operazione o se l'ernia non peggiora e il dolore passa. Nel frattempo mi hanno impedito di correre.
Dal mio punto di vista, dalla mia prospettiva, la preoccupazione non è il dolore (siamo tutti abituati ad una minima dose di dolore in maratona), non è l'autocommiserazione per il mio status di "malato" (propria di alcuni malati e di tutti gli ipocondriaci), non è la paura dell'operazione o la volontà di evitarla. Io sono focalizzato alla ripresa dell'attività sportiva. E questo mi permette di andare avanti, mettendo tutte le cose che ho citato al loro posto, accettando la cura (e anche lo stop forzato è parte di questa), obbligandomi a reagire.
E' il mio "essere" podista che ha plasmato il carattere in questo modo.

Concludo con un tema lieve, che però esemplifica bene come attraverso gli occhi di un podista la realtà venga distorta.
Andate a pranzo con un corridore. Mangerà probabilmente molto di più di quello che, giudicandolo dall'aspetto fisico, vi potreste aspettare; mangerà meglio, con una maggiore attenzione alla qualità del cibo. E soprattutto si esprimerà in modo assolutamente particolare, misurando le porzioni di dolce in ore di lungo lento e il piatto di pasta in carico di carboidrati.
Tendenzialmente sarà un piacevole commensale, pronto a "spazzolare" il proprio piatto e magari a fare a metà con voi di un'altra pizza...

Per giungere alla conclusione, correre ci cambia la vita, ma cambia anche il modo in cui noi percepiamo la nostra esistenza. E abitualmente lo cambia in meglio.
Sicuramente ci sono motivi chimico-fisiologici, penso ad esempio alle endorfine in circolo, ma credo che in primo luogo il miglioramento stia nella nostra testa, nell'ottimismo che diventa un atteggiamento abituale, nella prospettiva migliore da cui – noi che corriamo – affrontiamo gli ostacoli.
Franz

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Francesco, Franz e Franco poco prima della partenza della Dolomites Skyrace
Francesco, Franz e Franco poco prima della partenza della Dolomites Skyrace
Commenti
  • romanosan 28/01/2007 alle 18:56:00 rispondi
    prospettiva del corridore
    Prima di tutto mi voglio complimentare per l'articolo hai scritto cose molto giuste. Mi spiace per la tua ernia al disco, spero che tu possa risolvere il problema ( hai visto Marchisio) certo tu mi dirai la differenza delle primavere ma anche mia moglie ha avuto lo stesso problema ed è stato operata nel 1996.
    spero che tutto si risolva e che tu possa rifare quella corsa magnifica di cui alla foto allegata all'articolo.
    Ciao il Barbagianni
  • Daniela 29/01/2007 alle 16:24:36 rispondi
    Ora quale donna può andare nel tempio della lirica italiana senza aver dedicato un paio d'ore......???

    Beh....io,ci tenevo moltissimo ad andare alla Scala per assistere a "Sogno di una notte di mezza estate", ero riuscita ad avere i biglietti tramite il cral dell'azienda in cui lavoro, biglietti estratti a sorte perchè le richieste erano state molte.
    Bloccata in macchina, il tempo passava inesorabile, poi è stato come se avessero tolto un tappo, le macchine hanno incominciato a defluire e in breve, almeno così mi è parso, sono arrivata a casa, ma troppo tardi per una doccia, così ho fatto del mio meglio per rendermi presentabile, alla fine non contava poi molto il mio aspetto, m'importava esserci.
    Così accade nella corsa a volte si arriva poco preparati ad una gara, ma ciò che desideriamo è essere al via, perchè ci teniamo, perchè ci piace, perchè ci sono gli amici o semplicemente per correre in compagnia.
    Sabato mi sono sentita un pò Cenerentola,una spugna mi ha travestita da principessa, sotto gli abiti non cenere di camino, ma terra da cross.
  • waltervalli 30/01/2007 alle 09:29:50 rispondi
    bravo franz.
    hai sintetizzato in poche righe tanti bei concetti e spunti di pensiero. in particolare ho già trascrito sui miei "pizzini" che con il podista è una persona che ottimizza il proprio senso pratico, l'abitudine al controllo del tempo, la dose inesauribile di volontà di riuscire.




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