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Small Things

Inserito da Daniela Banfi il 12/12/2006 alle 11:40 nella sezione storie

La corsa, anche se la dipingono spesso come uno sport solitario (basti pensare a "La solitudine del maratoneta" di Sillietoe) è invece uno straordinario mezzo di socializzazione.
Il Road è un esempio fulgido di come ci si conosca attraverso il nostro sport...

E i nostri percorsi di allenamento si intersecano spesso con quelli degli altri, come nel caso di Daniela, un'amica podista, compagna di mille corse e di alcuni grandi sogni.
Daniela ha partecipato con noi alla corsa all'Arengario e l'ha commentato così il giorno dopo...


Small things, Piccole cose....una scritta al neon posta angolarmente in una sala in penombra, un pianoforte a coda bianco, di quelli che affascinano qualsiasi musicista, i tasti non creano musica, le corde non vengono percosse dai martelletti, il suono proviene dallo sbattere rumoroso ad un ritmo non ben precisato del coperchio della cassa sonora, contemporaneamente a quello dei tasti, ogni tanto il tutto si ferma per qualche attimo per poi riprendere in maniera sconclusinonata, facendo sussultare i visitatori, un enorme ventilatore che pare più che altro una turbina d'aereo emette un flusso continuo d'aria, aria risonante, suono artificiale non il suono del vento alla stessa velocità, un'apertura, una scalinata scende verso un enorme corridoio vuoto, da un lato una serie di colonne dall'altro una parete nera e dei faretti che si accendono e si spengono quasi al ritmo di un metronomo, le persone si trattengono un attimo titubanti, indecise sul da farsi, scendere quei gradini o andarsene, dissolto il dubbio, quasi in riverenza, camminando leggere percorrono la distanza che intercorre dall'ultimo gradino all'altra scala posta in fondo al corridoio, le luci accompagnano un rumore che arriva dal basso, pare una voce, versi indistinti, il buio avvolge e confonde, mentre si scende ancora il suono aumenta, la luce cambia, il pianerottolo, un'altra scala e di fronte proiettata sulla parete un'immagine, il suono si materializza, lascia basiti e i più, stanno lì, in piedi con chissà quali pensieri, in fondo alle scale una porta si apre, la luce entra violenta, distoglie l'attenzione dalla scena porta all'interno una persona che corre, una donna che indossa un abito in cady nero con delle piccole balze, scappa all'interno, sale velocemente i gradini, noncurante dei suoni e delle immagini, percorre il corridoio di gran lena, come se fuggisse, sale altre scale ed ecco la sala del pianoforte bianco della scritta al neon, della turbina e di nuovo la luce del sole che entra prepotentemente dalle porte che si aprono sulla balconata, dall'alto la piazza del Duomo si mostra in tutta la sua grandezza, il viavai multicolore di una giornata qualsiasi, ma è un attimo, altre scale che scendono, alla luce la donna corre leggera verso la piazza, le braccia oscillano sottili, senza pensiero, come una bimba, recupera fiato, incrocia gli sguardi di coloro che siedono annoiati in attesa di qualcuno o solamente del tempo che passa, incontra chi sale e dentro di se sorride perchè fra poco li incontrerà nuovamente vicini al pianoforte o al buio nel corridoio.
La vita di tutto i giorni scorre nella piazza e sotto il porticato del palazzo del turismo, è l'ora della chiusura degli uffici e frotte di persone arrivano da chissà dove, con le loro belle valigette ripiene di lavoro, nei loro bei vestiti eleganti, scandendo il tempo a suon di tacchi ed io nel mio bel vestito corro loro incontro, incrocio i loro occhi e scompaio all'interno di una porta apertami da un uomo vestito di nero.

Correre per divertirsi nel senso più intenso, più vero della parola, per gioco, correre per stupire e sentirsi parte della scena, correre..... una delle piccole cose della mia quotidianità.

Daniela

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