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Quattro parole con l'artista
Inserito da Franz.Rossi il 12/12/2006 alle 11:40 nella sezione storie
Martin Creed è passato un giorno in visita all'Arengario.
Era una visita di controllo e, soprattutto, di lavoro.
"Finito un allestimento - mi ha confidato tra il serio e il faceto com'è nel suo stile - non resta nulla. Quindi una parte del mio impegno è quello di fissare in immagini, su video e foto, quello che è stato creato qui a Milano".
Le sue parole mi lasciano un senso di nostalgia per l'esperienza che si sta concludendo, un po' come quando prepari le valige alla fine delle vacanze.
Così ci mettiamo a chiacchierare dei suoi prossimi progetti e movimenti.
"Domani parto per Basilea dove preparo una scultura in una piazza del centro. E' qualcosa di simile a questo - e intanto indica il grande blocco formato dai fogli di compensato sovrapposto - ma ci sto lavorando ancora.
Poi vado a Londra dove ho una serie di incontri."
"Ma devi sapere che ho una casa in Sicilia e spero di poter riuscire a passare di nuovo di qua mentre scenderò per qualche giorno al mare..."
Poi inizia la sessione di posa, con lui che discute con il fotografo sull'impostazione della fotografia e io che passo e ripasso di corsa di fronte al pianoforte, a fianco della scultura, sullo sfondo della scalinata buia.
C'è un'altra pausa mentre il fotografo effettua alcune misure della luce presente e cambia gli obbiettivi.
Gli racconto che per noi è stato un divertimento soprattutto vedere la reazione della gente.
"Io mi aspettavo diversi tipi di reazione - dice Martin - c'è chi vede l'uomo che corre come qualcosa di aggressivo, chi lo prende come qualcosa di buffo, chi invece lo trova solo fastidioso."
"Ma la cosa importante è l'interazione, che chi entra nella mostra si trovi parte di essa, che interagisca con voi"
Gli racconto di quelli che ci seguono di corsa, di chi ha tentato di fermarci e soprattutto delle mille persone che chiedono perchè corriamo.
Lui mi guarda sornione e non risponde, aiutato dal fotografo che gli porta una polaroid di prova. Nella foto il pianoforte si staglia nella penombra, illuminato dalla scritta "Small things" che splende, ed in mezzo alla foto c'è una scia bianca...
"Vedi quello sei tu! Fa un bell'effetto vero?" da intervistatore sono diventato intervistato. E si riprende a correre e a fotografare.
Mentre me ne sto andando alla fine, mi strizza l'occhio sorridendo e mi saluta con il pollice sollevato. E aggiunge nel suo italiano stentato "Grazie mille, you all did a great job".
Franz Rossi
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