Prima fatica dopo l’estate.

La Mezza di Monza è stata, a mio parere, una delle più belle gare che ho affrontato l’anno scorso, quindi non volevo mancare nemmeno a questa edizione.
Mi piace molto passare per il parco, attraversando posti che non sono abituato a frequentare; mi piace un po’ meno la parte in pista, forse anche per la mia apatia nei confronti delle corse d’auto.
Come da un anno a questa parte sono arrivato al punto di partenza con gli amici Alberto e Luciano, compagni di corsa e di… merende, visto che l’amicizia adesso è sconfinata anche alle gambe sotto il tavolo.
Abbiamo subito trovato Isolano e i vice per il ritiro dei pettorali e poi, vista l’arietta fresca del primo mattino, ci siamo infilati dentro ad un box a cambiarci.
Anche se siamo arrivati con netto anticipo il tempo è volato e ci siamo trovati sulla linea della partenza in un lampo, forse fin troppo rilassati e senza nemmeno un briciolo di riscaldamento, ma la corsa è anche relax.

Partiamo puntuali in compagnia dei 2300 podisti arrivati all’evento; io ho in previsione di farla tranquilla anche se, come molti di voi sanno, non è che sia mai troppo competitivo.
Partiamo e Luciano subito ci fa vedere il lato B, manco fosse la Canalis.
Restiamo io ed Alberto, impassibili di fronte alla frecciata dell’Alvazzi: noi ci vogliamo godere il paesaggio, bella come scusa, eh?!?
Corriamo belli beati per tutta la gara, fermandoci a bere qualcosa ai ristori e commentando le bellezze che ci passano a fianco; anche questo serve per far sentire meno la fatica.
All’arrivo ci mettiamo all’opera al ristoro, mangiando e bevendo a più non posso.

Anche quest’anno la Mezza di Monza non mi ha deluso: tutti i servizi erano all’altezza, cosa chiedere di più? …forse qualche scorciatoia per gli scansa-fatiche come me.
Cristiano Neri