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Campionato italiano delle 6 ore, storia di una gara

Inserito da paulrunner il 09/09/2008 alle 14:11 nella sezione strada

Buongiorno a tutti, questa è la storia di una corsa, il campionato italiano Iuta delle 6 ore.

La Iuta (Italian Ultramarathon and Trail Association) è l’associazione, affiliata alla Fidal, che raggruppa la maggior parte degli ultramaratoneti e che, insieme appunto alla Fidal, compone le squadre italiane per i campionati del mondo dei 100 km (quest’anno a Tarquinia) e della 24 ore (quest’anno a Seoul).

In realtà la si potrebbe definire l’anticamera di campionati che poi diventano campionati italiani ‘ufficiali’ Fidal, come è stato rispettivamente per i 100 km, per la 50 km (dal 2007) e per la 24 ore (dal 2008) e come sarà prossimamente per la 6 ore. Sabato quindi, a Luco dei Marsi, dove erano convocate anche le nazionali della 100 km (gara che l’anno prossimo è stata inserita ufficialmente nel programma dei Giochi del Commonwealth) e della 24 ore maschile e femminile, si è svolto il Campionato italiano della 6 ore.

Luco dei Marsi è un piccolo centro addossato alla montagna, sviluppato, quasi allungato su due direttrici principali, una più tranquilla che lambisce il municipio e la chiesa affacciati, appaiati anzi, sulla piazza principale, e l’altra parallela, una strada più trafficata che attraversa il paese provenendo da Avezzano e diretta verso le altre località della Marsica. Il resto del tessuto urbanistico è composto da una ragnatela di trasversali che intersecano le due principali e, dato che tutto è addossato alla montagna, le strade sono per lo più costituite da lunghe scalinate o da passaggi a volta, che si perdono poi verso l’alto. Bello, curato, con grandi giardini con orti e alberi da frutto chiusi da mura come un bene prezioso, Luco ha accolto questi ultramaratoneti come si accolgono degli amici.

Venerdì nel tardo pomeriggio si è svolto un convegno sull’ultramaratona con allenatori e specialisti di queste specialità, seguito da pasta party e festa in piazza con esibizioni di power lifting, poi, il sabato alle 14 partenza della gara. Erano presenti in forze i due club che si dividono la maggior parte dei successi, i Runners Bergamo e l’Asd Villa de Sanctis di Roma, ma in generale gran parte delle regioni italiane erano rappresentate dai quasi 150 partecipanti tra donne e uomini. Caldo africano alla partenza, nonostante la posizione collinare a quasi 700 metri di altezza, e le montagne circostanti che praticamente non si vedono per la foschia: il percorso, un anello di 1337 metri che percorre la via ‘alta’ con partenza, ristoro e giudici nella piazza principale (la cosiddetta zona di neutralizzazione, l’unica in cui si può abbandonare il percorso di gara per ricambi, alimenti personalizzati, massaggi ecc.) presenta anche un breve strappo di 200 metri che all’inizio non pesa ma dopo 40/50 giri è un piccolo incubo.

Due del pomeriggio, partiti: inizia il disastro, nonostante mi fossi idratato il più possibile ho subito la bocca secca e dopo la prima mezz’ora anche un po’ di giramenti di testa, forse è la velocità con cui vedo passare i campioni, da Mario Fattore a Monica Carlin a tutti gli altri: penso seriamente se ritirarmi ma non mi sembra giusto e proseguo alternando un ritmo (molto) blando a tratti in cui cammino.

Alle due ore mi ha doppiato (!!!) anche l’ultimo dei concorrenti della mia categoria, ma io penso che intanto è passato un terzo di gara, e poi ho ricominciato a correre. Per dare un’idea del caldo è sufficiente dire che si sono fermati/ritirati prima della fine un terzo abbondante dei concorrenti e che io ad ogni passaggio (ripeto ad ogni passaggio, cioè alla fine 44 volte) ho bevuto da uno a due bicchieri (tra sali, acqua e coca cola) e mi sono ‘spremuto’ una spugna piena d’acqua sulla testa, sino alle otto di sera.

Erano le quattro del pomeriggio, sull’uscio di una casa che affacciava su questa strada c’era, sin dall’inizio, un bambino con gli occhiali, piccolo, che quasi scompariva in una grande sedia a rotelle, ma che sorrideva al passaggio di questi pazzi sudati, stanchi, accaldati. Per ragioni puramente personali mi è scattato qualcosa dentro perché la fatica (ed il divertimento) di poche ore per lui e tante persone come lui sono la fatica di una vita. Ma lui sorrideva!

Dovevo crederci, era solo una questione di testa, dovevo farcela. Li ho ripresi tutti, sei ore sono lunghe ed io mi sono ‘sdoppiato’ dai miei diretti concorrenti ed ho finito al 38° posto assoluto su 111 partiti di tutte le categorie (nazionali compresi) e 1° nella mia categoria (MM55) nel campionato italiano Iuta.

Ce l’abbiamo fatta, io e tutti quelli che erano dentro di me ed hanno corso con me affollando i miei pensieri, incitandomi, spingendomi quasi. Sotto il profilo tecnico non è stato grande risultato con 58 chilometri e 750 metri percorsi ma questo vale per tutti i concorrenti arrivati: altro particolare, ho mangiato solo alcuni pezzi di banana e non ho usato nessun prodotto (gel di maltodestrine ecc.) perché probabilmente stavo già producendo da solo quello che mi serviva e ‘nutriva’ la mia mente, mentre, per l’appunto, ho bevuto moltissimo.

In serata, altri spettacoli, premiazioni, il sindaco ed assessori con tutto il paese in piazza ed anche quel piccolino, il mio vero sostegno morale, circondato dall’affetto di un intero paese che passava, lo salutava, gli dava una carezza, gli diceva una parola. Io ho vinto la mia gara e, ovviamente, ero felice per me, ma anche per questa ‘lezione’: un paese può essere un luogo difficile dove vivere e come tutti i luoghi ha vantaggi e svantaggi, ma in questo caso era solo una grande, unica e commovente ‘mamma’. Veramente bello.

Paolo Valenti

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La premiazione
La premiazione
Commenti
  • FraTTa 09/09/2008 alle 15:31:33 rispondi
    Difficile trovare le parole,ma la nostra fatica diventa davvero impercepibile difronte a certi casi umani della vita.Lavoro in un reparto dedicato solo a pazienti "speciali". Non ci si abitua mai all'impatto che suscitano soprattutto i più piccoli. La vita è così ,non credo esista una normalità , per quel bambino è stato probabilmente normale stare li ad osservarti girare per tutto il tempo, come un giudice di gara, come per te è stato normale trovare le forze per concludere la tua fatica. Mi scuso per tanta banalità .
  • IM-ale 09/09/2008 alle 17:38:22 rispondi
    Paolo sei speciale!
    ....anche perchè se è vero quello che hai scritto (e non ne dubito) il presentarti alla premiazione in divisa d'ordinanza col caldo che faceva merita la candidatura al premio "Road ad ogni costo".
    W il Road
    capt.ale
  • mbell1957 09/09/2008 alle 21:48:37 rispondi
    bravo paolo !!
    mi sembra di ricordare che quest'anno, quanto a lunghe e lunghissime, tu ne abbia già fatte di cotte e di crude ... e forse meglio ha fatto solo il Visigoto ... ma lui è un'altra razza !!!!
    non sono sorpreso della difficoltà della gara ... l'Abruzzo nella stagione estiva è certamente una delle zone climaticamente più difficili d'Italia non tanto per il caldo quanto per il tasso esagerato di umidità ... ne so qualcosa visto che quando sono a casa a Pescara opto sempre per la corsa (in genere seguita da una bella nuotata !) alle 5.30 del mattino quindi bravo soprattutto per la determinazione e la voglia di arrivare fino in fondo
    Massimo
  • gioale 09/09/2008 alle 23:04:14 rispondi
    Bravo Paul..
    ho appena letto il resoconto di Andrea da Monaco e poi il tuo, sono passato dai grattacieli di Monaco alle rustiche casette di Luco dei Marsi, due realtà completamente diverse e anche raccontate in modo molto differente, ma che in comune hanno la stessa passione ed intensità con cui le avete vissute. Un dieci e lode a tutti in C&M.
    CHE DOMENICA!!!! il ROAD presente in tanti posti in Italia e all'estero e con ottimi risultati!, un filo unico bianco azzurro e arancio ha legato Malmo-Moena-Luco dei marsi-Cremona-Montecarlo-Ivrea.....ma dov'è il disfattista che teme il crollo dell'edificio??? non sò quanti anni abbia ma sicuramente è vecchio dentro!!...il grigio.
  • marathondaniel 11/09/2008 alle 15:43:40 rispondi
    Bravo paolo!
    Bravo paolo, complimenti davvero!
    L'anno prossimo divento "grande" anche io e ci ritroveremo per forza in trasferte come questa!
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