|
|
|
One Road, One Embrunman
Inserito da marinipa il 19/08/2008 alle 21:16 nella sezione triathlon
Vi racconto la gara di triathlon superlungo tenutasi il giorno di Ferragosto ad Embrun, in Francia, a cui un coraggioso Tri Road ha avuto la fortuna di partecipare.
Questa gara si caratterizza per l’estrema durezza del percorso ciclistico e persino della maratona, durezza determinata da un profilo altimetrico piuttosto impegnativo: 5000 metri di dislivello positivo dichiarati per i 185 chilometri di bike, una maratona fatta di saliscendi continui e di un mix di asfalto, pavè e sterrato.
Il fascino di questa gara, una delle più dure in Europa nella sua lunghezza, è legato al percorso ciclistico, particolarmente suggestivo in quanto richiama il circuito del Tour de France con uno spettacolare passaggio per il Col D’Izoard a 2360 metri, nonché alla bellezza della regione, le Alpi Francesi, con il Lago di Serre Poncon, Briancon e la sua vallata.
Naturalmente i 5000 metri di dislivello sono dati in parte dal Col D’Izoard, ma anche da un continuo saliscendi che non dà tregua dal primo fino all’ultimo chilometro di bike, con salite impegnative anche nella parte finale del percorso.
Cosa mi ha spinto ad iscrivermi e a prendere parte ad una gara così dura?
Sicuramente, a posteriori, un pizzico di follia combinato con un certo masochismo, sarebbe stato più facile esordire nella distanza su una gara meno impegnativa e un po’ più piatta.
Le motivazioni che mi sono dato, per giustificare la partecipazione, sono legate alla conoscenza dei luoghi e alla vicinanza con le montagne a me ben note e care della Val di Susa in cui sono state pianificate le vacanze estive… il fascino della gara vicino a casa ha colpito ancora (l’ho sempre detto, per me partecipare alla maratona di New York non ha un appeal tale da giustificarne il viaggio, mentre la gara sotto la porta di casa è sempre importantissima!).
Lo studio della gara è stato fatto leggendo commenti e resoconti di altri partecipanti italiani, ad esempio nel blog di Marco Scotti, Elbamen manager e finisher dell’edizione 2006.
La cartografia e il bike route toaster (www.bikeroutetoaster.com) hanno completato la caratterizzazione del percorso e della sua altimetria, nonché la ricognizione diretta in allenamento ciclistico al Col D’Izoard su entrambi i versanti.
Dopo aver verificato che tutti le gare su distanza Ironman in Europa erano sold out da almeno 6 mesi, mentre a Embrun ci si può iscrivere anche una settimana prima con un discreto sovrapprezzo, ho passato la seconda metà di luglio con un tormentone interiore: to Embrunman or not to Embrunman?
Alla fine di luglio, gli ultimi test hanno mostrato che dopo 130 o 140 chilometri di bike sui maledetti colletti liguri le gambe erano ancora in grado di correre allegramente una decina di chilometri, e così mi sono deciso per l’iscrizione.
Ho passato le due settimane prima della gara in quota, a Sauze D’Oulx, a rifinire l'allenamento tra montagne da correre e da percorrere in bike e piscina di Bardonecchia, per poi recarmi ad Embrun il giorno prima della gara.
Come nella migliore tradizione francese, l’organizzazione è alquanto spartana e minimalista (anche se la quota di iscrizione è di 210 euro!)
Il pacco gara contiene 2 pettorali (niente elastico né spille), il chip, la cuffia numerata, una T shirt, il libro realizzato per celebrare la 25° edizione della gara e nient’altro.
Evidentemente non ci sono sponsor ricchi …
Nel pomeriggio check in della bike in zona cambio (transenne, una sedia per concorrente, una cassetta modello frutta & verdura, una borraccia, no tenda per il cambio).
La notte prima della gara la passo a Les Orres, località sciistica a 1650 metri di quota a circa 15 chilometri dalla zona cambio.
Dimenticavo di dire che Embrun e il suo meraviglioso laghetto sono una meta turistica particolarmente gettonata e che ad agosto non si trova posto negli alberghi locali prenotati ormai da tempo.
Le previsioni meteo sono per il variabile.
Io e mio padre che con pazienza mi accompagna alla partenza ci svegliamo alle 2:45, colazione insieme ad altri triatleti con tutta calma e trasferimento ad Embrun.
Già nel tragitto in macchina la pioggia inizia a farsi continua, per sfociare in un violento temporale con grandine che non lascia presagire nulla di buono.
Attendiamo fiduciosi in macchina, poi poco prima delle 5 il meteo dà tregua e mi decido ad entrare in zona cambio che nel frattempo si è trasformata in un lago.
Partenza femminile alle 5:50 e quindi alle 6 maschile, poco prima dell’alba, nuoto nel bacino artificiale di Plain D’Eau illuminato da un girofaro dei pompieri che segna la via verso le boe.
Bellissima l’alba dall’acqua, immagini e luci suggestive durante la natazione.
Esco dall’acqua, mi asciugo, cambio, rifocillo e parto in bike.
Il percorso è un continuo salire e scendere prima intorno al lago, poi nella vallata, con un incalzare senza tregua.
Ci si avvicina al Col D’Izoard, con un cielo minaccioso e sempre più scuro.
Dopo qualche piccola crisi, superata con l’aiuto di gel e di barrette, nonché il fortunato incitamento di un paio di italiani sul percorso, arrivo al Col D’Izoard, dove infilo il leggerissimo giubbotto impermeabile per la discesa.
La strada è bagnata, e dopo pochi tornanti il cielo scarica un torrenziale acquazzone seguito da una mitragliata di grandine.
È troppo, non riesco a proseguire a lungo e devo fermarmi, trovo una grangia all’ingresso di un paesino a quota 1800 e mi riparo sotto una tettoia insieme ad una ventina di altri atleti.
Siamo intorno al chilometro 100 della frazione in bike.
Leggendo poi altri commenti scopro che chi è stato colpito dalla grandine e dalle raffiche di vento al Col D’Izoard o peggio ancora nell’ultimo tratto di salita non ha avuto scampo e si è ritirato.
Tremiamo tutti come foglie, da una casa circostante esce un signore che ci guarda molto preoccupato e ritorna a soccorrerci dopo pochi minuti con un provvidenziale tè caldo.
Fortunatamente nel giro di mezz’ora la pioggia si attenua e riesco a ripartire, incerto se ritirarmi per il forte freddo o proseguire.
La situazione migliora quando arrivo a Briancon, e così proseguo, imboccando la strada laterale della valle che continua con un saliscendi senza tregua tra paesini e valle laterali.
Ad aumentare la difficoltà oltre alle salite c’è anche un forte vento.
Ormai i ciclisti sono pochi, in parte perché mi trovo nelle retrovie e poi perché la grandinata ha eliminato chi era in coda alla gara.
Al chilometro 140 la tanto temuta salita di Pallon, 2 chilometri dritti senza tregua ripidissimi.
Poi continui saliscendi, fino a giungere ad Embrun.
Si capisce di essere alla fine del percorso bike perché passando un ponticello sul fiume si intravedono gli atleti che stanno correndo.
Ma il percorso ciclistico non è ancora finito: altri chilometri per salire a Chalvet, frazione di Embrun, e poi ridiscendere in zona cambio.
Mai come qui mi è venuta una voglia così forte di mettere via la bike e lasciarla stare per un po’!
Arrivo mezz’ora prima del tempo limite, mi cambio e comincio a correre.
La maratona mi preoccupa sicuramente meno della frazione ciclistica, anche se nel giro di pochi chilometri mostra subito le vere difficoltà: una salita di 1,5 chilometri con pendenza del 5%, seguita da altri saliscendi abbastanza importanti nel percorso.
Mantengo un ritmo costante e corro fino alla fine, anche se ad un’andatura per me molto tranquilla rispetto a quanto sono abituato.
Alla fine il differenziale rispetto alla maratona a secco sarà superiore ai 70 minuti.
Nel passaggio per il bellissimo centro storico di Embrun incontro moglie e figlia, venute nel frattempo a recuperarmi per l'arrivo, che corrono con me qualche centinaio di metri, che gioia!
Chiudo la gara in 15:45’, con una frazione di nuoto di 1:17’, 9:25’ di bike e 4:39’ per la maratona, T1 e T2 quasi da pisolino.
All’arrivo, medaglia e … T shirt di finisher esaurita per la mia taglia, mi dicono che la spediranno.
Sono orgoglioso finisher dell’Embrunman, appagato dall’esperienza assolutamente unica, anche se credo che l’hanno prossimo non mi tornerà la voglia di ripeterla.
Ho imparato molte cose, in bike mi sono risparmiato forse troppo per riuscire a superare tutte le salite, sia all’inizio ma soprattutto alla fine della frazione ciclistica, ma le ho superate senza rischio di arrestarmi a metà come ho visto fare da qualcuno sul Pallon.
Sono riuscito a regolare correttamente l’alimentazione a base di barrette, di Enervitene liquido e di qualche gel nonché l’idratazione, limitando le crisi.
Ho fatto tutti i rifornimenti, cambiando borraccia vuota con piena di acqua o Isostad e mangiando esclusivamente banane.
Sono riuscito a parcellizzare le difficoltà, suddividendole in tanti piccoli traguardi senza mai pensare al macigno complessivo che mi pendeva sul capo.
Sono riuscito a capire che anche se c’è un momento in cui non si vede via di uscita, questa poi può materializzarsi grazie alla volontà che aiuta a superare problemi a prima vista insormontabili.
L’abbigliamento in bike, costituito da maglia ciclistica, pantaloncini, provvidenziali manicotti e un k-way tecnico traspirante e ultraleggero sono stati sufficienti, quasi al limite sia la mattina presto che per la seconda parte del tragitto, fatto di pioggia prima e di forte vento e freddo poi.
L’organizzazione provvedeva a portare un sacchetto personale al Col D’Izoard, ho depositato due panini di cui ho poi fatto a meno.
Ho suddiviso mentalmente la maratona in intervalli di dieci chilometri da raggiungere e superare; anche se il ritmo è andato calando ho evitato di mettermi a camminare, soprattutto durante le salite e non sono mai andato in crisi, né fisica né soprattutto con la testa.
Il pubblico lungo il percorso, in tutti i paesini e al Col D’Izoard è stato sempre molto caloroso, di grande aiuto e sostegno.
I ristori e il supporto dei volontari sicuramente adeguato e di buon livello.
Per la preparazione della gara nei mesi precedenti ho fatto tantissima montagna in bike, i colli in Ligura tra le province di Savona, Imperia e Cuneo, nonché dalle parti del Lago Maggiore, Mottarone e Val Vigezzo, e quindi in alta Val di Susa, con dislivello complessivo mensile intorno ai 15 - 20.000 metri.
Per la corsa, circa 40 chilometri a settimana in tre allenamenti senza lunghissimi.
Qualche combinato bike/run per verificare la tenuta nella corsa dopo le salite in bike.
Che dire a questo punto … se sono arrivato in fondo io potete farla anche voi con il giusto allenamento !
W il Tri Road
Paolo
P.S. A breve posterò qualche foto dei luoghi e le altimetrie rilevate con il Garmin durante la gara.

Commenti
|
|
|
|
Utenti
|
 |
 |
Ad oggi ci sono 3539 utenti iscritti al sito di cui 0 attualmente online |
|
 |
 |
|
|
Complimenti vivissimi. In molti mi avevano raccontato dell'Embrun come del più difficile tra gli IronMan, e l'estate scorsa sono andato a guardare le località...
Quindi posso dire che davvero si tratti di un'impresa epica.
Se c'è un ExtraIronMan te lo meriti
Franz
Ragazzi che racconto, vedo davvero il realizzarsi di un bellissimo sogno. Pelle d'oca.
Che altro dire: complimentissimi!Per la prestazione e soprattutto per la "testa" messa durante la gara.
bene, allora per tutti gli amanti del super-Tri, guardate questa chicca
http://www.inferno.ch/index.php?page=270
Un nome che è tutto un programma:
si parte a nuoto (3,1km), si prosegue in bici (90km), si prosegue in MTB (30 km di salita) e si finisce di corsa (25km in salita) con arrivo nel punto dove termina anche la famosa e bellissima Jungfrau Marathon.
Bella, no ?
Massimo
Massimo
Ancora una volta complimenti per un'impresa epica, anche se ho paura che, dopo il tuo racconto, non saranno in molti qui al Road a seguire il tuo nobile esempio.
grande Paolo !!!
Complimenti a Paolo, e meno male che aveva iniziato la stagione in sordina con il TRI di Milano (se non ricordo male) a causa di qualche problemino di schiena...
A presto
Attilio
Per allontanare ogni timore sul menisco, ho evitato lunghissimi nella preparazione, in gara non ho avuto alcun problema e ora il dolore più forte si verifica alla spalla destra ed è dovuto a qualche infiammazione per le ore trascorse in bike !