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Monza Resegone - Il Viaggio

Inserito da Daniela il 26/06/2008 alle 16:08 nella sezione cross & trail

Lungo la provinciale, quasi a ridosso della strada, c’è una casa, una come tante altre, un edificio come quelli che disegnano i bambini, un parallelepipedo rettangolo, giallo, con un tetto di tegole rosse, una porta, delle finestre, un balcone con porta finestra si affaccia verso di noi all’interno è buio, ma si intravedono due persone sedute, forse, su un letto, guardano fuori, comodamente osservano il passaggio dei podisti, in silenzio, nell’intimità della loro stanza.

La Monza – Resegone è anche questo.
E’ una gara capace di portare sulla strada tante persone, sia a correre, che a tifare, non un suono di clacson in tutta la serata, non un brontolio da parte di alcuno, solo tanta, molta disponibilità, tanti bambini a cui dare il cinque, tanti sorrisi da ricambiare.

La Monza – Resegone è magica.
Si corre con le strade aperte al traffico, ma pare che le macchine non esistono, seppure ci affiancano, le vetture si alternano alle motociclette, alle bici, sono gli equipaggi che fungono da ristoro volante, amici, parenti che ci coccolano in questo viaggio, pronti con una bottiglia d’acqua fresca in questa prima nottata estiva.

La Monza – Resegone è complicata, può essere ingannevole.
La partenza è unica, la folla che si assiepa lungo il corso dietro le transenne elargisce applausi, incitamenti, solo per la singola squadra.
Corri quel tratto sollevato da terra, come spinto da un’onda d’energia formatasi dall’entusiasmo dei presenti e dall’adrenalina che i nostri corpi secernono, un centesimo per i pensieri di quei volti curiosi e sconosciuti che sono lì a salutarti e in qualche modo ad augurarti buon viaggio.
Sulla scia delle emozioni non t’accorgi del ritmo, forse troppo elevato, ogni volta che passi in un paese o tra due ali di pubblico, questo aumenta, senza che la testa se ne renda conto, le gambe vanno, i piedi si alzano, spingono, come se quelle persone fossero una sorta di carburante, come se la loro presenza alimentasse vitalità, come aria soffiata sul fuoco.
E’ buio, è notte, essa possiede un fascino ammaliatore, nasconde ed alimenta le emozioni.
La strada ad un certo punto incomincia a scendere, basta lasciarsi andare e la fatica si attenua come fosse un miraggio, ti pare d’intravederla, ma non l’avverti, ecco l’inganno.

A Calolziocorte si incomincia a salire.
La strada provinciale 181 sale verso Erve, noi la seguiamo e a tratti tagliamo per le scorciatoie, le case fanno compagnia alla carreggiata, appollaiate sulla collina fanno la guardia alla pianura sottostante.
Arriviamo ad uno dei tratti più belli, la via ha tagliato la montagna e questa sembra caderci addosso, nessuna abitazione, nessuna luce, se non quella di qualche macchina che sta scendendo, il vento, ci soffia contro, è gradevole, placa la calura padana, quasi non ci vediamo, siamo leggermente distaccati, l’inganno si manifesta, la stanchezza bussa alla porta: “ non ci pensare”, tre parole, dette tempo prima, devono rimanere ben in mente, non importa, va bene così, dobbiamo solo arrivare in tempo, questo conta.
Afferro la mano del mio compagno, è calda, grande, forte, la stringo e la porto con me.
Passi svelti, lunghi, i miei ed i suoi, insieme.
Le lucciole, fosforescente intermittenza, svolazzano tra la vegetazione a bordo strada.
Finalmente Erve, si corre fino al controllo, al ristoro beviamo, poi via verso l’auto a cambiarci la maglia e le scarpe, e prendere la pila frontale.

Il ponticello di pietra è la partenza del tratto più duro, ma più bello in assoluto di tutta la gara.
Il terreno è scivoloso, lo sento sfuggirmi sotto i piedi
Ora si sale, si sale veramente, gambe che spingono e mani, che afferrano un appiglio e tirano su, tutto il peso del corpo, pare che la montagna salga con te.
Questa è la mia terza Monza - Resegone e, per la terza volta in questo tratto mi esalto, sembra che siano passati solo pochi istanti ed il Pra di Ratt è raggiunto, vinto.
Le gambe fremono, l’anima si ribella tanta è l’entusiasmo che avverto, come una spugna umida cancella ogni segno di stanchezza, ora manca veramente poco.
Ad un tratto, nella notte illuminata dalle nostre luci si avvertono delle voci, potrebbero essere di qualche squadra davanti a noi, ma man mano che i passi avanzano queste aumentano non di volume, ma di quantità, riconosco il bosco, la capanna è più vicina che mai, ci siamo.
Incito i miei compagni e quando sbuchiamo all’aperto e, l’arrivo è proprio poco sopra di noi, ci prendiamo per mano, così uniti tagliamo il traguardo, come una catena anche se che in alcuni momenti si è aperta, le maglie si sono allontanate per poi riavvicinarsi, riunirsi saldamente.

La Monza – Resegone ti strega, ti svuota per poi rilasciarti pian piano emozioni e desiderio di tornare, di ripartire da Monza e salire sulla montagna, di afferrare le rocce, le radici degli alberi per issarti sul sentiero, per sfidare nuovamente il Pra di Ratt, per vedere l’alba sorgere mentre si torna a casa, per trovare, riprovare l’armonia di squadra, una cosa non semplice, tre menti, sei gambe, ritmi e pensieri diversi, …”tre gocce di sudore di maratoneti non ad inizio carriera, polvere d’asfalto notturno, quattro granelli di terra umida, un pezzo di corteccia rimasta sotto le unghie, corpuscoli di respiro stanco, il calore di mani grandi, un sorso d’acqua gasata del volontario dell’ambulanza”… mescolare il tutto…”tritare, mescolare, sbattere” “tritare, mescolare, sbattere” per ottenere una pozione di solidissimo affiatamento ed un arrivo in Capanna.
Non me ne voglia Lorenzo Cherubini per aver rubato qualche sua parola.

Un GRAZIE ai miei compagni per questo viaggio che hanno voluto dividere con me.

Un abbraccio a chi c’era, ma non era presente.
Daniela della Compagnia dei Viaggiatori

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Commenti
  • Franz.Rossi 26/06/2008 alle 16:11:30 rispondi
    wow
    Grande Daniela, è sempre un piacere leggerti...
    Viaggio prenotato per il giugno 2009
    Grazie
    Franz
  • lorella 29/06/2008 alle 23:13:07 rispondi
    Magica Corsa
    Complimenti Daniela,
    come solito hai saputo descrivere con molta semplicita' e poesia una Corsa davvero "Magica".
    Leggendo il tuo racconto ho riprovato l'entusiasmo vissuto in quel Solstizio D'Estate.Grazie!
    Anch'io mi prenoto per il 2009!Lorella
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