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STONE

Inserito da Gian il 06/06/2008 alle 23:42 nella sezione triathlon

Speravo che qualcuno meno pigro di me scrivesse due righe su Pietra Ligure, ma alla fine mi tocca.

Purtroppo, per avere resoconti dettagliati sulle proprie gare, bisogna andare dove va Tri-Vasco-Apocalisse, se no mettersi alla tastiera.

Penso che la gara di Pietra valga un po' di fatica in più, oltre quella già data per portarla a termine.

Giornata discreta, nonostante le previsioni negative, mare non proprio tranquillo, fanno partire noi vecchietti insieme alle donne, probabilmente per contenere il numero di perdite da mattanza atleti.

Non molto contente le donne, ci va bene a noi, che riusciamo a prendere meno botte in acqua. Man mano che ci spingiamo al largo il vento e le onde aumentano, dopo la prima boa, nel tratto al traverso, si riesce a surfare sulle onde, guadagnando notevole velocità, ma anche scostamento dalla giusta rotta.

Addirittura, verso la fine del primo giro, un'onda mi prende alla sprovvista e mi rigira come un frullino. Guadagno la riva un po' disorientato, corsa sulla spiaggia, e mi ributto fra le onde per il secondo giro.

A questo punto scopro che le onde hanno raddoppiato la loro altezza e bisogna riuscire ad alzare la testa in cresta per poter vedere dov'è la boa. L'adrenalina vince sulla paura e, fra numeri e acrobazie, si arriva a terra per la seconda volta.

Saltiamo sulla bici e un lungo e lento serpentone si snoda lungo le lunghe e ripide salite che ci attendono. Quando la fatica si fa sentire ci si chiede chi ce lo fa fare, ma d'altronde la risposta è che la gara dura l'abbiamo scelta noi apposta, e quindi ci si alza sui pedali e ci si consola guardando quelli che sono ancora più cotti di noi.

Le discese passano in un istante e la prossima, lunga e massacrante salita è già lì.
"Quanto manca allo scollinamento?" "Tre o quattro chilometri".
Passa una vita e "Quanto manca allo scollinamento?" "Tre o quattro chilometri". E così via. La teoria della relatività si basa sulle affermazioni soggettive.

Alla fine la zona cambio è guadagnata e nella corsa cerco non tanto di superare gli altri, ma di farmi superare il meno possibile.

Gli ultimi metri arrivano fra due ali di folla insolitamente esultante (che sarà successo? forse ho sbagliato strada in bici e sono finito in un'altra nazione o forse ho ancora nelle orecchie il tifo della Curva Road dell'Idroscalo?)

Guadagno la prima panchina libera e aspetto. Quando rientro in me percorro a ritroso gli ultimi metri del percorso in attesa dell'arrivo di Luisella.

Ed eccola che arriva, precedendo tutte le sue avversarie di categoria, macilenta e sanguinante (è caduta all'inizio della bici, stampandosi l'asfalto su gamba e braccio, ma, nonostante le sofferenze, portando a termine la gara in maniera esemplare.

La porto all'ambulanza dove le tolgono un po' di asfalto dalle ferite, comunque superficiali.

Trofie al Pesto di norma e lunghi resoconti a caldo con Luis, Giovanni, Paolo V. e Paolo M., tutti visibilmente soddisfatti per le proprie ottime prestazioni. Anch'io sono soddisfatto, ma non c'è tempo per riposare sugli allori: via di corsa in macchina e via, in mezzo ai bricchi per arrivare a Sommariva Perno (CN), meta della "gara of the day after".

Arriviamo a notte fonda, dopo essere rimasti senza freni in mezzo alle montagne, e alla mattina dopo siamo in Zona Cambio sotto il diluvio a sistemare le nostre povere bici sui trespoli.

Pronti, Via, siamo in sei per corsia, rimpiango le onde del giorno prima, intanto che tento il sorpasso di quel polentone che ho davanti che sta rallentando tutta la colonna. Questo tenta di non farsi superare, ma non gliela do vinta e alla fine lo supero... appena in tempo per fare un frontale con un altro che si era appena dato la spinta per la virata.

L'urto è tremendo e il dolore lancinante. Praticamente gli occhialini mi entrano nell'orbita e penso di essermi rotto il naso. Mi fermo, anche l'altro non sta molto meglio, mi scuso, no è colpa mia, no, è mia, ma sei sicuro di star bene? ripartiamo, nel frattempo il polentone mi è passato nuovamente davanti tutto contento, vabbè cerchiamo di arrivare in fondo, lasciamo perdere i sorpassi, c...o, che male !!!

Durante la frazione di bici mi si chiude l'occhio e il naso mi fa sempre più male, già ci vedo poco con due occhi... vediamo di non cascare pure per terra !! Per fortuna ha smesso di piovere.

Le gambe comunque girano ancora bene, nonostante le fatiche del giorno prima, e riesco a guadagnare posizioni preziose.

In zona cambio uno della mia categoria, non so se per eliminarmi, o nella foga di mettere la bici velocemente sul cavalletto, mi sbatte il telaio della sua bici in faccia, naturalmente sul naso, c...o, che male!!! "oh, scusa", "non importa, ci sono abituato", ma poi lo ripasso nella frazione di corsa, così impara.

All'arrivo c'è Luisella che mi aspetta, rossa come una fragola, visto che avevamo messo il Mercurio-cromo sulle sue numerose escoriazioni. Ma cosa hai fatto all'occhio?" "Oh, è una lunga storia".

Gian

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Commenti
  • tri-vasco 07/06/2008 alle 12:26:52 rispondi
    non ho parole...
    ...fantastici, siete dei veri leoni. Più Cuore e Maroni di così si muore :)
  • artiglio 07/06/2008 alle 14:11:19 rispondi
    I Tri-ROAD sotto hanno 2 p... così...!
    Scusate, non voglio essere volgare,
    ma dopo aver visto GianPitto e Luisella ieri in piscina, mi sono reso conto dei loro "ricordini" del precedente week-end... e nonostante tutto sempre li' ad allenarsi.
    E domenica c'è Gaggiano!
    Evviva i "vecchiettini"...
    Attilio
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